Museo della pena e tortura maschere scherno Medievalia Castello di BroloIl Museo della Pena e della Tortura, situato all’interno del Castello di Brolo, rappresenta un agghiacciante viaggio tra gli strumenti di esecuzione capitale e di tortura. Questa insolita esposizione racconta una storia di orrori che per molti secoli, durante il Medioevo, ha fatto parte integrante dell’umana convivenza. Il Museo della Pena e della Tortura riscuote grandi consensi da parte del pubblico per la sua forte valenza storica e per l’esposizione unica al mondo che annovera. Il Museo, con un contenuto di grande impatto sui visitatori, vuole essere una testimonianza del lato peggiore della natura umana.
La tortura, ampiamente presente fin dall’antichità e presso tutte le culture, fu un metodo di coercizione fisica o psicologica, inflitta con il fine di punire o di estorcere delle informazioni o delle confessioni. Condannata e ripudiata nelle sue giustificazioni teoriche, la tortura per lungo tempo è riapparsa sotto forme e motivazioni diverse, costringendo gli storici ad interrogarsi sulle dinamiche che la generarono.
Museo della pena strumenti di tortura sedia Medievalia Castello di BroloAll’interno del Museo il visitatore può soffermarsi ad osservare gli strumenti di tortura, morte e scherno: una raccolta di materiale suddiviso per epoche storiche, per tipologia d’uso e di costruzione. E’ possibile osservare: la Garrotta, lo Schiaccipollici, la Sedia Inquisitoria, la Forcella dell’eretico costituita da due piccole forche che venivano fatte penetrare sotto il mento e sopra il petto; la Gogna, forse tra le più conosciute macchine da tortura, così come la Cicogna della storpiatura, oggetto che immobilizzava con dei cerchi il collo tenuto stretto ai polsi e alle caviglie.
Il Museo della Pena e della Tortura espone nella sua collezione le Maschere di schernimento, aggeggi che oltre che rendere ridicoli, occludevano naso e bocca, ed ancora il Pifferaio del baccanaro, la Botte dell’ubriacone, il Violone delle comari, il Cavallo spagnolo, la Culla di Giuda.
Si materializza così, davanti agli occhi increduli del visitatore, grazie anche a numerose illustrazioni d’epoca, un terribile scenario degli orrori, non con l’intenzione di sollecitare morbosa curiosità, ma con la volontà di far riflettere perché mai più nulla di simile si ripeta in futuro.

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